20 APRILE

A un tratto no ci fu, mancava il sole , le nuvole riempirono l’azzurro.
Come impaurisci tu, piccolo inverno,
che nel calar d’April sei incassato
nel dì della scomparsa dell’Ariete.
Le rondini scongiurano la pioggia
col lor volar nervoso di carboni:
i cieli poi scribacchiano vivaci.
C’è ancor nell’aria un trillo vagabondo,
c’è ancor un’eco che distilla luce.
A un tratto non ci fu, mancava il sole,
le nuvole riempirono l’azzurro;
nascosto ormai il tuo ciel, ma ancora vivo.
Sento il soffiar del vento e non lo vedo
e l’erba che ho strappato annega l’orto
ancora. Mio malgrado i fiori calco
nel campo colorito, verde tela,
dove sta il merlo, il mio pensar guardando,
e cantano gli uccelli sconosciuti
nascosti al riparo dei cipressi.

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